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di Massimiliano Nucci "Bo News" Gennaio 2003 |
Compil-action Italia 2002 e 2003 Eccolo gennaio. Porgiamo i nostri migliori “salumi” all’anno appena trascorso, al cotechino, a canzoni e a panettoni. Un anno con pochi brividi musicali. Salverei il grandissimo Daniele Silvestri che, dopo l’allucinante “Aria”, torna a Sanremo vestito come John Travolta e interpreta “Salirò”, canzone fresca, ben arrangiata e finalmente (rarissimo in Italia) corredata di una coreografia simpaticamente brillante e seventies.Chissà perché i gruppi ed i cantanti americani si dimenano sul palco, saltano, raccontano sciocchezze, si cambiano d’abito….mentre gli interpreti di casa nostra sono generalmente vestiti in camicia, golf con cerniera, jeans e anfibi. I cantanti italiani si fanno tutto il concerto con lo stesso abito, con l’ascella pezzata, microfono con l’asta e gambe statiche divaricate. Quindi bravo bis a Silvestri (al quale consigliamo comunque un buon dentista). Non salverei Adriano Celentano: basta con queste canzoni sempre uguali, tutte con lo stesso sapore, lo stesso degli autogrill che ne decretano da anni la fortuna di vendita. Il suo è il solito album adorato dai rappresentanti in BMW serie 5, col caricatore CD nel bagagliaio. Preferivo il Celentano che cantava le canzoni anni ’80 di Minellono-Cutugno a questo iper-popular cucinato dalla ditta Mogol-Gianni Bella. Non saprei se buttare “giù dalla torre” Francesco De Gregori oppure no: si è infatto reso protagonista nell’anno appena terminato di due operazioni antitetiche. La prima: un banalissimo e inutile tour con tre compagni di merende: Fiorella Mannoia, Ron e Pino Daniele. Un’operazione scontata, fatta a tavolino, per far soldi con un live. Negli anni settanta Rino Gaetano andava in tour con Cocciante e i New Perigeo; Ivan Graziani con Ron e Goran Kuzminac. Come dire: passano gli anni, ma le case discografiche ragionano sempre con la medesima testa. Ma sempre De Gregori soprende con un lavoro a dir poco coraggioso: il re dei Live (esiste un cantante italiano che ne abbia fatti più di lui ?) si mette in sala d’incisione addirittura con Giovanna Marini, cantautrice e interprete della tradizione popolare dalle enormi competenze musicali, ma dalla voce a dir poco terribile. E questa volta le variazioni di canto degregoriano più che il Rimmel meritano quasi il Nobel. “Il fischio del vapore” si chiama il CD e contiene due brani memorabili scritti dalla Marini: “I treni per Reggio Calabria” e “Saluteremo il Signor Padrone” (scritta con Ivan della Mea e portata al successo da Eugenio Finardi). Battiato non si salva con “Fleurs 3”, album disomogeneo e inutile. Una curiosità: canta “Impressioni di settembre” della PFM, la quale ricambia inserendo “Bandiera bianca” del cantautore siciliano nella raccolta “Live in Japan ”. Non si salva neppure Luisa Corna. Una prestazione “piena” a Sanremo al fianco di Fausto Leali le frutta una notorietà incredibile: è la regina assoluta della RAI 2002, è la star del calendario 2003, la diva di Max, canta, danzicchia, sorride, ammicca e soprattutto mostra. E adesso è la testimonial del “Canta Tu”. Ho sognato la notte scorsa che girava il remake di “Acapulco, prima spiaggia a sinistra”. Le assegno il look “Casadei” e la invito a sorbire un Aperol Spritzzzzz with me. I Luna Pop sono tramontati, ma Cremonini Cesare è più pimpante che mai. Un CD con immagine di copertina Buddhabareggiante, sonorità lounge sparse qua e là. “Vieni a vedere perché” è una chicca e farà bene anche in questa primavera. Lo stesso direi per Tiromancino: il cantante maglietta e “giubbino” con l’aria da “sono appena stato in Irlanda ma non ho mai bevuto una birra con Paola e Chiara”, fa nuovamente centro. “Per me è importante” non cresce, non è accattivante come “Due destini”, ma farà molto bene. Paola e Chiara, le sorelline con l’aria “siamo state in Irlanda ma non ci siamo mai tatuate con Tiromancino”, centrano “Festival”, canzone e video cult per le praticanti (in studi di commercialisti e avvocati), ma sbagliano “Hey”. Tra 10 anni ricorderemo che le canzoni di Paola e Chiara, le veline del panorama musicale italiano, si ascoltavano bene sulla Mini Cooper. “Tu no” dei Gemelli diversi: incantevole. Sani e salvi, da comprare. Giù dalla torre Piero Pelù e Anggun e la loro “Amore immaginario”: due schitarrate non fanno rock, la parola amore non basta a fare pop. Pelù cantava con l’aggressività vocale di Demetrio Stratos, canta invece ora con la dolcezza Christian. Prestazioni inutili quelle di Mina, che passeggia sulle orme di Celentano verso i lidi della mediocrità orecchiabile, quelle degli 883 e, purtroppo, anche quelle dei Velvet. Dimentichiamoci del duetto Gigi D’Alessio and Anna Tatangelo, per non parlare della terribile “Generale” interpretata da Vasco Rossi: imbarazzante. Meglio un Fernet in compagnia del curioso nuovo cd di Vincenzo Spampanato (“I diritti umani”). Vincono la maglia nera, senza alcuna indecisione, Tiziano Ferro e Carmen Consoli: centomila volte meglio il rassicurante Britti-pop di queste due voci simil-trasgressive. Attendo dal Sulcis che la loro stella si estingua e di vederli invitati a Meteore. Si vocifera di un nuovo cd per il bolognese Claudio Lolli: una new version della suite degli Zingari felici, arrangiata e suonata con “Il parto delle nuvole pesanti”. Speriamo che esca per davvero. Numerosissime le raccolte in stile “I grandi successi di…”: sopra a tutte ricordiamo quella di Giorgia (bella) e quella di Miguel Bosè, rediviva star grazie al flipeflop TV “Operazione Trionfo”. Sempre un grande piacere ascoltare “Ce la fai”, “Bravi ragazzi” e “Superman”. Da dimenticare la raccolta (la prima!) dei successi di Lucio Dalla: ci sono solo i brani che tutti abbiamo sfiatato nel karaoke di mezza Italia; peccato. Da dimenticare anche tutti i duetti tra Dalla e la Ferilli veduti nei sabati sera della nostra memoria. I Nomadi hanno fatto un cd molto bello, hanno per la prima volta sentito i brividi della vetta della classifica dei dischi più venduti, salvo poi “scivolare” in uno scontatissimo duetto televisivo con Gianni Morandi. Su quale canzone? La iper-popular “Io vagabondo”. Poveri noi. Baglioni e Venditti sono rimasti a casa: forse hanno fatto bene. Avrebbe fatto bene ad andarli a trovare anche Ligabue: film flop, canzone sempre la stessa con la stessa melodia e la stessa voce. Lo aspetto in un duetto coraggioso con i Tazenda. Maglia rosa: il cd di Tosca. Bellissimo, dimenticato dalle radio e dal pubblico. Peccato, cercatelo. Un’ultima domanda: cosa avremo mai fatto per meritare una vittoria dei Matia Bazar al festival di Sanremo? Credo che neppure al “Festival pop di Spalato” riuscirebbero a entrare in finale. Visti i Jalisse…pensavamo di aver visto tutto, e invece… [inizio pagina] | |||