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di Massimiliano Nucci "Bo News" Novembre 2002 |
Compil-action Bologna E’ da tempo che sogno una compilation interamente dedicata alla nostra città. Eppure Bologna non ha molte canzoni dedicate, se non dialettali. Fior di cantanti sono nati, passati, rimasti a Bologna o nella sua provincia: Andrea Mingardi abitava sulle colline, Gianni Morandi viene da Monghidoro, Lucio Dalla si vedeva sempre in centro, Beppe Maniglia suona in piazza Maggiore come Dino Sarti, ma più spesso di lui, Francesco Guccini ha scritto sulla copertina di un suo disco di abitare alla Cirenaica. Luca Carboni pare frequentasse da ragazzo una parrocchia in via Zanardi, Gianna Nannini ha girato un video tra i portici di San Luca, Jovanotti ne ha girato uno al Pilastro, Riccardo Fogli abita a San Lazzaro di Savena come (credo ancora) Cristina D’Avena, mentre Vasco Rossi veniva a bere un drink. Gli Skiantos hanno inciso un disco live in uno “studio” di Medicina (paese nel quale Anna Oxa trovò il suo primo marito), alcuni dei Pooh sono bolognesi, Silvia Mezzanotte dei Matia Bazar è nata in città, Claudio Lolli vive a Bologna e insegna a Casalecchio, Cesare Cremonini è accreditato in Strada Maggiore. Il mio tour per la città inizia con lo stadio: “Bologna Bologna Bologna campione….” è solo un piccolo estratto di un memorabile 45 giri di Dino Sarti, che nel lato B canta “Il tortellino”. Nella copertina del disco Dino Sarti si cimenta in un palleggio degno di Beppe Savoldi o Angelo Cereser; vestito in tuta blu e scarpe da calcio, fa lo spometi tra i bambini al centro dell’allora stadio Comunale. Proseguo poi con Luca Carboni, che fa indossare la maglietta del Bologna ad un omonimo che si buca e che sta male (“Silvia lo sai”). Numerosissime sono le “visioni” e le “suggestioni” che la città delle due torri infonde negli artisti, alcune degne di una puntata degli X-Files. Lino Toffolo ne “I bambini d’Italia” canta che “i bambini di Milano nascon già col cuore in mano….i bambini di Vercelli mangian riso coi piselli…i bambini di Bologna non conoscon la vergogna, i bambini di Catania (!!!) non conoscon la Germania”. Riccardo Cocciante non scavalcherebbe una montagna ma dice “certamente andrei a piedi a Bologna per un amico in più”. Lucio Dalla in “Disperato erotico stomp” afferma che nel centro di Bologna “non si perde neanche un bambino”, e poi confessa di non avere “lenzuola bianche per dormire” e che la sua casa è “Piazza Grande” (di Modena o di Bologna?). In piazza Maggiore, Claudio Lolli pare aver visto una lepre pazza e degli zingari felici rotolarsi per terra e coprirsi di luna. Come dicevo prima, Vasco Rossi si ferma in un bar sotto le due torri, normalmente poco frequentato dai supergiovani, per sorbire un whisky (sono anni che mi chiedo di quale marca….). E gli basta questo a sentirsi una star… Francesco De Gregori si muove sul luogo comune, ricordando “Bologna coi suoi orchestrali” (“Viaggi e miraggi”). Passando alla prima periferia, Franco Battiato ci chiede nella canzone “Frammenti” se abbiamo mai veduto “a Borgo Panigale un’aurora simile alla boreale”, mentre i Luna Pop zompano amabilmente su un vespino per i colli bolognesi (“50 special”). Stefano Rosso, invece, si trova nel capoluogo emiliano negli anni di piombo e ricorda che “l’estate moriva, Bologna tremò, la dalia fioriva e la gente pensò ai tanti domani vestiti di jeans chiamandoli strani, ma non fu così” (“Bologna ‘77”). Ma l’unico cantautore a raccontare a più riprese Bologna è forse Francesco Guccini: troviamo nelle sue canzoni via Paolo Fabbri, via Petroni, la via Emilia, la fiera di San Lazzaro. E sopra a tutto, come il Fernet, “Bologna è una vecchia signora dai fianchi un po molli col seno sul piano padano ed il culo sui colli…” Guccini racconta anche di un pazzo che si impossessa di una locomotiva: “alla stazione di Bologna la notizia arrivò in un baleno, notizia di emergenza agire con urgenza un pazzo si è lanciato contro il treno”. Un kamikaze che fa della locomotiva la sua bomba. Antonello Venditti invece fa scoppiare la prima bomba a Bologna “tra una festa e una piada di periferia” (“Bomba o non bomba”); ma di ben altra bomba stiamo parlando…. chiedete a Roma. Fabrizio De Andrè mi pare non citi mai esplicitamente la nostra città; ma al buon Re Carlo, di ritorno dalla battaglia di Poitiers, fa incontrare una bella prostituta che gli annuncia tariffe di favore con accento innegabilmente bolognese: “mo’ proprio perché voi siete il sire fan cinquemila lire…” Non trovo più canzoni, la compilation finisce qui. Metterò in copertina Nilla Pizzi che, dimenticavo, comes from Sant’Agata Bolognese. E son cose…. [inizio pagina] | |||