The Nightfly 6 – Heart Beat
Easy Tempo – vol. 1-10
Svezia, inferno e paradiso
Jazz in the movies


Compil-action
Loungerie
Sigle TV
Musica e Pubblicità
Marketing e Cinema
Sanremo: a cinismo si culmina


di Massimiliano Nucci
"Bo News"
Dicembre 2002
  Loungerie
Svezia, inferno e paradiso
di Piero Umiliani
Svezia. Per gli italiani di sesso maschile, senza alcun dubbio, è stata per anni sinonimo di “paradiso”. Un popolo di donne bionde, bellissime, disinibite, libere. A consolidare il mito contribuirono alcuni “Mondo movie” degli anni ’60 e ’70: si tratta di documentari incentrati maliziosamente sui costumi (soprattutto sessuali) dei paesi europei ed extra europei, con un “occhio di riguardo” (nel senso di “guardo e guardo di nuovo”) sulla flora e sulla fauna notturna.Siamo ancora molto lontani dai mitici filmini svedesi, ammirati successivamente sulla parete della camera da letto, utilizzando il cine-proiettore super8 del babbo. Specie nei primi mondo movie, bisognava visionare decine di Saab 96 e centinaia di Volvo 544 sfreccianti per le gelide e notturne vie di Goteborg, prima di entrare in un night e di godersi due donzelle semi-ignude (ma sormontate di stelline adesive sui “chiodini”).

Erano i tempi del “montaggio analogico”, quello che sconvolgeva il fantozziano Geometra Calboni. Il mito della svedese easy è sopravvissuto anche negli anni ottanta: ricordo due miei amici, poco più che quattordicenni, che ritornarono dal viaggio scandinavo ricchi di aneddoti. Pareva che due ragazze sui tredici li avessero fermati per strada (!!!) chiedendo se erano disposti a far zin zin insieme. I miei amici, ovviamente, avevano acconsentito. I quattro per “concretizzare” avevano preso un bus ed erano saliti a casa di quella che per comodità chiameremo K. A casa di K. c’erano anche i genitori che ascoltavano i Pink Floyd: all’invito di entrare in camera da letto ugualmente per fare zin zin, i miei amici imbarazzatissimi erano fuggiti a gambe levate.

“Svezia, inferno e paradiso” fu un terribile documentario di Luigi Scattini, girato nel 1968. Secondo un teorema di disarmante stupidità, la prosperità svedese (il paradiso) generava ineluttabilmente “ansia interiore”: ecco quindi una rassegna di casi speciali quali pornoshop, matrimoni tra fratello e sorella, festini con sesso e droga, il suicidio di una ragazzina disperata. Memorabile la scena delle ragazze nude che saltellano sedute sul mitico pallone arancione con maniglia.

Il film è oggi assolutamente datato e inaffrontabile. La colonna sonora resta invece una impedibile perla, per le vostre serate divano - luce soffusa – caminetto – China Martini calda. O magari avvinghiati sopra una pelle di orso, a rimirar le “quattro capriole di fumo” del focolare.

L’autore è Piero Umiliani, uno dei grandi compositori jazz italiani, autore di oltre 150 colonne sonore, sopra a tutte quella del film “I soliti ignoti” di Monicelli.

Gato Barbieri al sax, la voce di Lydia Mc Donald, per una serie di brani davvero notevoli: atmosfere ipersexy, misteriose, accattivanti. Respiri e sospiri, i tasti del piano rimbalzano come cubetti di ghiaccio e vi chiamano ad esplorare una manciate di succose amarene Fabbri.

Nella colonna sonora è nascosta una delle pietre miliari dell’easy listening: “Mah nà mah nà”. Remixato da decine di DJ italiani e giapponesi, “Mah nà mah nà” fu persino la sigla inglese del Muppet Show.

Tre i temi principali su cui è costruita la soundtrack di “Svezia, inferno e paradiso”, temi che ritornano ciclicamente, ma di volta in volta riarrangiati ora con ampia orchestra, ora con canto, ora in chiave jazz.

Per un Natale di sicuro effetto, o se avete come meta la fredda Svezia….partite con il CD ben piazzato nello stereo della macchina….ma attenti ai genitori che ascoltano i Pink Floyd.

 [inizio pagina]