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Sanremo: a cinismo si culmina


di Massimiliano Nucci
"Bo News"
Ottobre 2002
  Compil-action
Franco Battiato - Fleurs3
Nanni Moretti è stato senz’altro il più famoso promoter delle opere di Franco Battiato. Il regista romano ha scelto ben tre canzoni del cantautore siciliano da inserire nei suoi film: “Scalo a Grado” in “Bianca”, “I treni di Tozeur” in “La messa è finita”, “E ti vengo a cercare” in “Palombella rossa”.

E ora questo curioso “asse” sembra consolidarsi ulteriormente: Battiato, sulle orme del re dei girotondi, comincia il 7 ottobre a fare il regista cinematografico (una pellicola quasi autobiografica: la storia di un giovane siciliano che, deciso a trovare il successo, parte per Milano).

Un altro legame è rintracciabile nel comune amore per la canzone “Insieme a te non ci sto più”: scritta da Conte (Paolo!), Virano e Pallavicini, fu portata al successo da Caterina Caselli nel 1968. Nanni Moretti la inserisce in una delle scene chiave del suo film “Bianca”, sempre Moretti la canta con tutta la famiglia nel pregiatissimo “La stanza del figlio”, Battiato la interpreta nel suo ultimo lavoro “Fleurs3” (inserendole all’interno un piccolo omaggio a Luigi Tenco).

Peccato che anche Ornella Vanoni l’abbia interpretata circa un anno fa ed inserita nel CD “E poi… la tua bocca da baciare” (2001).

Sorprende che Battiato si sia cimentato nuovamente in una raccolta di brani altrui: il cantautore più originale ed interessante del panorama musicale italiano, ci aveva “abituato” per anni a continue “sorprese” e sterzate di stile. Lanciato da Giorgio Gaber a metà degli anni sessanta come cantante beat, si dedica negli anni settanta prima alla musica d’avanguardia poi al pop colto ed ironico, negli anni ottanta raggiunge un successo strepitoso con “La voce del padrone”, negli anni novanta opere liriche, canzoni con testi del filosofo Sgalambro e infine la prima raccolta di cover meravigliose: “Fleurs”.

Non si ripete qualitativamente Battiato: con “Fleurs3” dimostra coraggio, ma manca qualcosa. Gli arrangiamenti sono fiacchi, non sempre innovativi, mai geniali.

Curiosa la versione simil-bolero di “Ritornerai”, ma che pare eseguita con un organetto Bontempi. Completamente inutile “Il cielo in una stanza”, oramai digerita dai Karaoke ed ascoltabile solo nella versione originale di Gino Paoli. Piacevole “Perduto amore” di Adamo: a Battiato il merito di aver fatto ricordare questo bellissimo 45 giri (che nel retro aveva l’altrettanto bella “Gridare il tuo nome”).

C’è anche “Sigillata con un bacio”, brano gentile interpretato all’epoca da Luigi Fiumicelli, cantante ma soprattutto grande chitarrista e uno dei principali diffusori del rock in Italia, agli inizi della sua carriera.

E ancora “Impressioni di Settembre”, piuttosto fedele alla versione della PFM, ma con sonorità che ricordano quelle utilizzate da Battiato nel periodo dell’Avanguardia. Unico brano inedito è “Come un sigillo”, scritta con Sgalambro e interpretata con Alice: da questo duetto ci si aspettava ben altro, abituati a vette come “I treni di Tozeur”, questa canzone che pensa in “glande” (parola forse mai cantata in un brano italiano), ma non decolla.

A guardar bene la lista delle canzoni si resta alquanto indecisi se definire “Fleurs3” un prodotto da Autogrill, destinato alle masse che premiano Celentano, Mina e Vanoni e le megaraccoltone di Beatles e Pooh, o invece un prodotto incredibilmente coraggioso.

Infatti quale cantautore si cimenterebbe con una canzone facilmente popolare come “Il cielo in una stanza” ? Chi inserirebbe nella raccolta brani dimenticati (e forse invendibili nel 2002) come “Se tu sapessi” di Lauzi o “Sigillata con un bacio” ?

Chi si cimenterebbe nell’interpretare una canzone strana e difficilissima come “Le tue radici” di Alan Sorrenti (sicuramente il brano meglio riuscito ed interessante della raccolta)? Ma coraggioso o meno, “Fleurs3” resta disomogeneo e poco interessante.

Il tempo, quello che fa e quello che passa, l’unico filo conduttore. Un Battiato leggero, come una farfalla, il cui volo imprevedibile sfiora indifferentemente e sfacciatamente Strauss, Paoli, Lauzi e mille perle della sua memoria.

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