Programma che vai…sigla che trovi!
Compil-action!


Compil-action
Loungerie
Sigle TV
Musica e Pubblicità
Marketing e Cinema
Sanremo: a cinismo si culmina


di Massimiliano Nucci
"I Martedì"
Giugno 2000
  Sigle TV
Programma che vai…sigla che trovi!
La sigla di un programma televisivo è come la copertina di un libro. Difficile, vista la sua prossimità al "testo", definire la sigla/copertina un paratesto: spesso diventa nella memoria dello spettatore/lettore parte inscindibile dal programma/libro. Eppure non sempre è l'autore/ideatore/scrittore del testo principale (libro, film o telefilm, varietà che sia…) a stabilire luci, colori, grafica e suoni della sigla/copertina.

Talvolta l'autore del testo principale, sia nel caso dell'editoria sia nel caso della produzione televisiva, è completamente all'oscuro di quale sigla/copertina-etichetta rivestirà la sua opera.

Questo non rende certo la sigla meno importante, anzi: essa svolge un fondamentale ruolo nel posizionamento del prodotto principale, oltre a rivestire un prezioso ruolo di "seduzione" dello spettatore. Spesso, insieme al titolo, è l'unico elemento di continuità sonora e visiva in programmi che mutano ambientazioni o attori in ogni puntata (si pensi ad esempio al telefilm "Per le strade della California": serie poliziesca con personaggi interamente nuovi in ogni episodio).

La sigla televisiva utilizza normalmente linguaggi diversi da quelli del programma che "racchiude", coerentemente alla differente funzione svolta. Una differenza simile (benché la prossimità tra testo e paratesto sia in questo caso inferiore) può essere notata nel rapporto film/trailer, dove il film utilizza un linguaggio scelto dall'autore, mentre il trailer si avvale sempre più spesso di un linguaggio pubblicitario (anche del tutto indipendente dai contenuti del testo principale).

La sigla di apertura dei programmi televisivi risale al 1954: il brano, tratto dal "Guglielmo Tell" di G. Rossini, ha significato per intere generazioni la porta di accesso ad un mondo fantastico e ogni giorno diverso.

Migliaia di pezzi sono entrati nella memoria collettiva: da "Pane, amore y cha cha cha" interpretata da Abbe Lane ("Casa Cougat", 1955) a "Domenica è sempre domenica" cantata dal simpaticissimo Mario Riva (Il Musichiere, 1958), da "G.Man" di Gloria Christian ("Giallo Club" ovvero il Tenente Sheridan) alle innumerevoli sigle di telefilm americani e cartoni animati giapponesi.

Già dalla metà degli anni sessanta cominciarono a comparire i primi dischi con le sigle dei programmi televisivi Rai, ma fu solo con la nascita ed il proliferare delle emittenti private che il fenomeno acquisì dimensioni di vero interesse produttivo e distributivo.

Il successo di pubblico riscosso dai sopracitati cartoni animati e telefilm (dalla struttura seriale), generò una domanda prevalentemente infantile di prodotti discografici.

Il prodotto americano ha talvolta mantenuto la sigla originale (ad esempio Magnum P.I., Simon & Simon), altre volte invece gli è stata confezionata una canzone su misura. IL cartone animato, invece, non ha mai mantenuto la canzone introduttiva originale: forse le sonorità giapponesi vennero valutate (dai programmatori televisivi) non compatibili con il gusto degli spettatori italiani.

Ad interpretare le sigle del decennio 1976-85, furono chiamati spesso cantanti degli anni sessanta, che ebbero così una seconda giovinezza artistica; possiamo ricordare: Mal (Furia), Jimmy Fontana (La donna bionica), Little Tony (Love Boat), Nico Fidenco (Jenny la tennista). Ma vennero creati anche dei gruppi, che si specializzarono proprio in questo tipo di musica (I Meganoidi, I Superobots, I Cavalieri del re, etc.). Nel coro di Goldrake c'era anche Fabio Concato, mentre pare improbabile la (ormai) "leggenda metropolitana" che vuole Piero Pelù voce dei "Fogus" in "Jeeg robot d'acciaio".

Tra i compositori vanno citati almeno Vince Tempera (noto anche come tastierista di Francesco Guccini) e Riccardo Zara. Le atmosfere create da i due compositori si rifanno talvolta a quelle di brani celebri degli anni '70 (si confrontino ad esempio "Anna dai capelli rossi" con "Rivers of Babylon" dei Boney M., o la celeberrima "Atlas Ufo Robot" con alcune arie tratte dal film "Grease"). Non dimentichiamo comunque quella perla che è la versione italiana di "Barbapapà", scritta ed interpretata da Roberto Vecchioni.

Dalla seconda metà degli anni ottanta, la sigla televisiva di trasmissioni per bambini è stata identificata spesso con un'unica voce: Cristina D'Avena. Diventata famosa ancora piccolissima con la canzone "Il valzer del moscerino" (interpretata allo Zecchino d'oro), ancora studentessa (pare in medicina a Bologna) intraprende una collaborazione proficua e lunga con Valeri Manera alla Fininvest. "La canzone dei Puffi" e "Kiss me Licia" sono i primi grandi successi di una serie interminabile, tuttora reperibili in CD e cassetta.

Recentemente sono state ristampate numerosissime raccolte di sigle televisive: una collana americana con brani dagli anni '50 ad oggi, compilation di sigle di programmi inglesi (meritevole ad esempio "The persuaders" di John Barry, ovvero "Attenti a quei due"), raccolte con canzoncine di cartoni animati anni '70-'80 (oggetto di culto in numerosi siti internet). Sono persino uscite in Italia le versioni originali in giapponese dei cartoons più famosi e anche cover riarrangiate da gruppi neo-lounge come i Pizzicato Five.

Così, con un "pizzico" di naturale nostalgia, è di nuovo possibile ascoltare alcuni gioielli, talvolta perduti nel vaso della nostra memoria: "Non gioco più" (sigla di Milleluci, interpretata magistralmente da Mina), "La freccia nera", "Ritratto di donna velata", "Gamma" (capolavoro di Enrico Simonetti), "Portobello" (di Lino Patruno), "Pinocchio" (di F. Carpi), "Candy Candy", "Gundam", "Bonanza", "Dallas", "Saranno Famosi", "X-files", "Beverly Hills", "Happy Days", "La casa nella prateria", "La strana coppia"…..e mille altri ancora.


 [inizio pagina]