La musica nella pubblicità televisiva
Parte 1
Parte 2
Parte 3
Parte 4
Fonti utilizzate


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Loungerie
Sigle TV
Musica e Pubblicità
Marketing e Cinema
Sanremo: a cinismo si culmina


di Massimiliano Nucci
"I Martedì"
Marzo 2000
  Musica e Pubblicità
Parte 4
Utilizzo di brani musicali preesistenti alla realizzazione dello spot (senza far comparire fisicamente il compositore e neppure l’esecutore)
La pubblicità televisiva ha in molti casi contribuito alla divulgazione della musica classica, nel senso che ne ha promosso la conoscenza melodica, senza mai dare però alcuna indicazione circa titolo, autore, anno di composizione, esecutore, luogo e data di esecuzione del brano trasmesso. Tra i brani di musica classica utilizzati, oltre alla già citata Romanza n.2 per violino e orchestra , op.50 di Beethoven, possiamo ricordare:

Sogno d’amore n.3 di Liszt nella famosa pubblicità anni ’80 delle pellicce Annabella;

Concerto n.1 per pianoforte (dal primo movimento) di Ciaikowski nella celeberrima pubblicità del Cynar con Ernesto Calindri seduto in mezzo ad un campo di carciofi.

Polacca n.6 in La bemolle maggiore op.53 di Chopin nella pubblicità del Bitter Campari

La splendida sinfonia n°40 K550 di Mozart utilizzata in numerosi spot per prodotti assolutamente diversi. Ricordiamo la “versione ultratrash” per la rivista TV “Telesette”, in cui il nome del prodotto veniva addirittura canticchiato sul principio dell’aria mozartiana: (se non ricordo male…) “Telele Telele Telesette i programmi aggiornati ti da…. Telele Telele Telesette…”

Habanera dalla Carmen di Bizet nello spot Ajax (anche qui in versione “ultratrash” con inserito l’inedito testo “pulito e igiene senza fatica, Ajax sì ed è già finita…”, sicuramente efficace dal punto di vista pubblicitario, benchè….)

Un prezioso collaboratore mi suggerisce che Lancia e Bahlsen avrebbero rispettivamente convocato negli anni ’90 i compositori Mendelson e Rossini, ma personalmente non riesco a ricordare con esattezza gli spot.

La fine di Carosello (1977) e del successivo Spazio F (1978) coincide con la progressiva diffusione delle emittenti “private”: queste nuove televisioni scoprono presto il proficuo “gioco” della pubblicità. I prezzi per uno spazio pubblicitario si abbassano considerevolmente (da una situazione di monopolio Rai, gli offerenti di spazi vengono in breve tempo ad essere un’enormità), aumenta la domanda di imprese che vogliono farsi conoscere con questo strumento oggi accessibile. Nel 1979 le emittenti private trasmettono i primi spot elettorali. In questo contesto, come si può intuire, aumentano a dismisura i lavori per le agenzie di pubblicità: ne risultano da un lato spot di indiscutibile valore e professionalità, ma contemporaneamente anche prodotti che oserei definire “molto casalinghi”. Questa “anarchia” favorisce però l’introduzione di commenti musicali “inediti”: brani rock, disco, ma anche liscio. Se qualcuno nel 1976 aveva pensato che il massimo dell’osare umano fosse stare sul Cervino a gridare “sempre più in alto”, tenendo in mano una bottiglia di Grappa Bocchino Sigillo Nero, dondolandosi sulle h-ardite note di “Un Sospero” (interpretata dal gruppo Daniel Sentacruz Ensemble), avrà certamente modo di ricredersi. I prodotti destinati ad un pubblico giovane assumono una comunicazione pubblicitaria di respiro sempre più internazionale: si pensi agli spot di gomme da masticare (Brooklin sopra a tutti), jeans (Carrera, Levi‘s, etc.), bibite (Coca-Cola, Fanta). Memorabile lo spot hippy-natalizio della Coca-Cola con la canzone “Come vorrei un mondo che cantasse insieme a me”, traduzione italiana (a cura di C. Minellono, più volte collaboratore di Toto Cutugno) della canzone “I’d Like To Teach The World To Sing” (B.Backer, B.Davis, R. Cook, R. Greenaway). I brani musicali stranieri, specie statunitensi, proliferano: persino il country di John Denver (“Rhymes and reasons”) diventa utile per la promozione dei materassi Permaflex. “La colegiala” del gruppo sudamericano Rodolfo y su Tipica dallo spot del Nescafè diventa un 45 giri di successo (raggiunge il 4°posto in hit parade nel 1984). Nasce così un inedito effetto di diffusione musicale a cura della pubblicità. La canzone di Andrea Bocelli “Con te partirò”, presentata al Festival di sanremo del 1995 senza particolare successo (il CD “Bocelli” raggiungerà nel 1995 la decima posizione in hit parade), inserita nello spot TIM acquisterà una “seconda giovinezza”.

A partire dalla metà degli anni’80, è divenuta una scommessa dei pubblicitari quella di individuare brani dimenticati o semisconosciuti in Italia per farli divenire delle hits, garantendo così il successo dello spot “contenitore”. Tali hits sono poi raccolte in Compilation (da “TV Music” del 1985 alla oramai collana “Top of the spot”) e vendute in tutti i negozi di dischi.

E’ opportuno concludere con l’analisi di un fenomeno di crescente diffusione, collocabile a cavallo dei suesposti casi 3 e 4: mi riferisco a quella serie di brani pubblicitari “originali” che citano in modo abbastanza palese opere musicali già note. In diversi spot può capitare di riconoscere per alcuni istanti un “aria”, un “motivo” per poi essere sorpresi da un completo cambio di “nota”. Ascoltando ad esempio lo spot della Q8 del 1999 (quello dell’automobilista che viene sorpassato da una barca a vela viaggiante su strada) si riconosce molto bene la colonna sonora del telefilm (poi anche film) “Mission Impossible” scritta da Lalo Schifrin. O ancora, per quanto possa sembrare strano, più persone mi hanno fatto notare come lo spot Mulino Bianco 1999-2000 abbia una melodia che ricordi molto il ritornello di “Sarà quel che sarà” (di Ferri-Mushi, interpretata da Tiziana Rivale; canzone vincitrice del Festival di Sanremo del 1983). Un altro episodio riconducibile a questo fenomeno viene mostrato dal sopracitato Francesco Gazzara (“Lounge Music”, ed. Castelvecchi, 1999; pag. 247): tra gli spot realizzati dalla Lavazza con Tullio Solenghi che intrattiene San Pietro, nell’episodio “intitolato Il compleanno, la musica di Giancarlo Colonnello citava apertamente Burt Bacharach, per poi farsi più originale, mantenendo comunque il sapore lounge nel successivo spot La partita, quello con i mondiali di calcio in bianco e nero”. Nell’ arco di una manciata di secondi, lo spettatore televisivo/ potenziale consumatore viene: prima messo a proprio agio con il “già noto” alle orecchie e poi “risvegliato” bruscamente dal “torpore pubblicitario” , sorprendendolo con una “sterzata” improvvisa di melodia. Credo che sarebbe difficile ricordare quale musica accompagni lo spot del Q8 (benché, o forse proprio perché, breve citazione di melodia famosissima) se non ci fosse quella sorprendente “sterzata”. Motivo musicale che inoltre mostra una forte coerenza con le immagini, che sembrano giocare su un effetto analogo: un uomo qualunque e sereno (con aria rilassata, quasi vacanziera…) che percorre una strada diritta e senza traffico. Ad un certo punto viene letteralmente sorpreso da una enorme barca che, invece di solcare le onde del mare, si muove velocissima ed agile sull’asfalto, fendendolo come se fosse acqua.

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